XXV CONGRESSO NAZIONALE SICP - Riccione 2018 "Limiti e Orizzonti nella cura"

I Limiti e gli Orizzonti nella cura” è stato il tema del XXV Congresso nazionale della SICP - Società Italiana di Cure Palliative a cui anche questo anno abbiamo partecipato con grande interesse e in maniera attiva testimoniando i limiti e gli orizzonti della nostra attività attraverso il lavoro presentato dalla Psicologa della nostra Associazione, Dott.ssa Maristella Taurino, in collaborazione con la Psicologa dell'Hospice Dott.ssa Giovanna Fersini, dal titolo "La bellezza collaterale: un’esperienza psicoanaliticamente orientata di formazione sul campo per operatori sanitari e volontari". Un lavoro in cui è stata riportata la nostra esperienza di formazione sul campo psicoanaliticamente orientata, proposta come possibilità di superamento di quel disagio emotivo tipico delle professioni d’aiuto, che se non elaborato in un contesto/spazio formativo può sfociare nella  sindrome di burnout. Abbiamo proposto un lavoro del gruppo che si è basato sulla ricerca del confronto e dello scambio di esperienze tra i partecipanti. Questa metodologia tende a creare uno spazio per pensare, in modo che nella mente dell'operatore possa accadere qualcosa di nuovo e significativo (Blandino G., 1988). Il gruppo ha quindi l'importante funzione di riattivare e sostenere la pensabilità anche davanti alle turbolenze interne ed esterne che questo di lavoro comporta.

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Alcune note sul XXV Congresso Nazionale SICP

Il fil-rouge di quest’anno è rappresentato dal tema “Limiti e orizzonti nella cura”, che unisce due parolechiave del mondo della cura.
La prima parola-chiave è rappresentata dai “limiti” che caratterizzano, in varia misura, i molteplici elementi della cura. I limiti caratterizzano, infatti, il tempo, inteso come lasso temporale di prognosi o come tempo disponibile per l’assistenza del professionista sanitario o del caregiver. Inoltre, i limiti condizionano lo spazio di cura incidendo sulle scelte possibili del setting di cura (domicilio, hospice, ospedale, RSA, RSD, ecc.).
Altri limiti emergono nelle risorse fisiche, psicologiche, economiche e culturali disponibili sia nelle prassi di cura diretta sia nell’ambito delle organizzazioni sanitarie o familiari. Ma i limiti tracciano le manifestazioni di moltissimi aspetti della cura: i limiti delle competenze, i limiti delle aspettative, i limiti delle disponibilità, i limiti delle relazioni interpersonali, i limiti eterei che contornano il mondo fisico, psicologico e spirituale fino ad arrivare al limite che contrassegna il nostro sofferto rapporto con il concetto stesso di limite.
L’altra parola-chiave è “orizzonti” che conferisce un senso concreto, al contempo individuale e generale, al limite. Infatti, l’orizzonte è al contempo un limite-non limite (dove inizia e dove finisce l’orizzonte?) cui si tende, e un confine ambiguo, in quanto oscillante fra l’aspirazione ideale al suo superamento e l’empirico confrontarsi con le difficoltà o l’impossibilità del suo superamento. L’orizzonte diventa così, di volta in volta, sia la dimensione spazio-temporale in cui prende forma la cura del malato, dei familiari e l’auto-cura del professionista sanitario, sia il terreno di gioco dell’assistenza e della relazione oltre che della disseminazione culturale della filosofia delle Cure Palliative. Ma l’orizzonte è anche un potente stimolo alla sua esplorazione e al suo superamento nell’eterno movimento di conoscenza e miglioramento che ispira l’atteggiamento dell’uomo nei confronti del mondo reale.

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